È la novità dell’economia italiana.
Il registro delle imprese censisce 5.203 Startup tricolori e ben 586 sono “made” in Emilia Romagna. Ma i numeri che fanno impressione sono gli investimenti di venture capital arrivati alle nuove imprese nei primi due mesi 2016; 20 milioni di euro, con un segno + 18,4 milioni rispetto al bimestre dello scorso anno, chiuso solo a 1,6 milioni. Dati certi. Arrivano dalle dichiarazioni delle startup a Finsmes e Startupitalia.
Un mercato di grandi dimensioni: nel 2015 i fondi di “private debt”, fonti di finanziamento alternative alla banca tradizionale, avevano investito in Italia 406 milioni di euro, raccolto dagli investitori 923 milioni. Il tutto su un capitale complessivo di 5,5 miliardi. E 264 milioni erano stati investiti dai soci dell’Associazione del Private Equity e del Venture Capital, che si occupa solo di Startup. È una piccola rivoluzione. “Oggi Startup e PMI innovative cercano finanziamenti per essere competitive. Le difficoltà di accesso al credito bancario, rendimenti bassissimi se non negativi di Bot e obbligazioni, spingono gli investitori a cercare nuovi modi per fare fruttare il proprio capitale.
Queste due condizioni aprono ottime prospettive per entrambi i soggetti”, – spiega Stefano Fabbri, dello Studio di consulenza d’azienda riminese “Skema”. “Siamo partner del progetto BacktoWork24 e abbiamo portato a due incontri con gli investitori a Milano e giovedì scorso a Faenza, 8 Startup del nostro territorio – continua Stefano Fabbri – il nostro ruolo non è solo fare incontrare questi due mondi ma fornire alle nuove imprese la nostra consulenza. Non bastano buone idee o buoni prodotti. Servono piani di sviluppo industriali credibili per chi vuole mettere mano al portafoglio e investire su di te”.
E in Romagna di nuove imprese ne stanno nascendo molte: “Creano prodotti meccanici, ingegneristici, medicali e biomedicali. Usano il web come piattaforma e strumento, come nel caso di una realtà di Cesena che ha costruito un market place virtuale, dove incrociare domande e offerta d’affitto per studenti e lavoratori fuori sede. A Faenza abbiamo presentato progetti innovativi legati a diversi settori. Dall’incubatore d’impresa di San Marino, un medical device per la risonanza magnetica trasportabile, per l’utilizzo in ambiente umano e veterinario. Da quello gestito da “Centuria” a Faenza un dispositivo medico ortopedico-traumatologico per la cura di danni ossei e un sistema che con nuovi circuiti elettronici consente di monitorare il consumo di energia e ne garantisce il risparmio. “Noi italiani siamo per tradizione un popolo di risparmiatori e non di investitori.
Mettere il proprio capitale in attività produttive non è così comune come invece è all’estero, dove fondi e private equity sono diffusi e muovono grandissime quantità di denaro – conclude Stefano Fabbri – aiutare un’impresa a crescere significa creare nuovi posti di lavoro, aumentare l’export, dare prospettive ai giovani. Il tutto garantendo anche adeguato ritorno economico e importanti benefici fiscali per l’investitore”.